Professioni nel mondo dell’intelligenza artificiale

Professioni nel mondo dell’intelligenza artificiale

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Quali saranno le professioni del futuro? Come sarà modellato il mondo del lavoro con l’adozione sempre più diffusa dell’intelligenza artificiale (IA)? Possiamo davvero prepararci a vivere una realtà lavorativa così profondamente differente o siamo destinati a inseguire un’ombra sempre in movimento? Avvincenti e complesse, queste domande non sono solo teoriche. In realtà, tali quesiti sono centrali nella definizione delle strategie di sviluppo delle aziende e nella formazione delle nuove generazioni di professionisti.

Accettare il fatto che le macchine prenderanno il controllo di alcune mansioni non è certo facile. Secondo un recente rapporto del World Economic Forum (2021), l’AI è destinata a cambiare almeno il 50% delle professioni.

In questo articolo ci focalizziamo sulle mansioni lavorative che molto probabilmente saranno destinate a crescere e ad essere molto richieste nei prossimi anni. Cerchiamo di capire le ragioni particolari e i requisiti per poterle svolgere.

Esistono poi delle professioni non direttamente collegate al mondo dell’intelligenza artificiale che potrebbero crescere a motivo dell’avanzare dell’AI. In certi casi a causa di alcuni difetti insiti in questi modelli e degli effetti collaterali associati alla loro rapida diffusione, potrebbe aumentare la domanda di alcuni servizi e quindi di specifiche professioni.

Consideriamo, per prima cosa, le mansioni professionali strettamente associate all’AI che molto probabilmente saranno molto richieste:

Raccolta dati per addestrare l’AI

Questa attività coinvolge un insieme di mansioni che ruotano attorno alla raccolta e alla preparazione di grandi quantità di dati necessari per addestrare modelli di apprendimento automatico o algoritmi di intelligenza artificiale. Questi dati possono variare da immagini, registrazioni audio, testo e numeri. Questa raccolta può coinvolgere la raccolta di dati da Internet, database, sensori e altre fonti. Spesso, può anche richiedere la pulitura, la formattazione e l’etichettatura dei dati per renderli utilizzabili per il training dell’IA.

La raccolta di dati AI opera in stretta collaborazione con i data scientist, gli ingegneri del machine learning e i professionisti dell’informatica, poiché questi ultimi dipendono dai dati raccolti per addestrare efficacemente i modelli di AI.

Requisiti

Per quanto riguarda i requisiti, le competenze in informatica e in particolare in programmazione (Python, R, ecc) sono generalmente necessarie, dato che la raccolta e la preparazione dei dati richiedono l’uso di script e codice. Allo stesso tempo, le competenze statistiche e analitiche sono importanti per capire e interpretare i dati. Infine, una buona conoscenza del dominio specifico da cui si raccolgono i dati può essere molto utile.

Il MIT offre un corso chiamato “The Analytics Edge”, che fornisce una panoramica sul ruolo dei dati nell’IA e nella scienza dei dati.

Addestramento AI: etichettatura dati manuale, automatica e semiautomatica

L’addestramento dell’Intelligenza Artificiale (AI) coinvolge una serie di attività che hanno come obiettivo principale quello di “allenare” i sistemi di AI per permettergli di svolgere compiti specifici.

L’etichettatura dei dati può essere svolta in maniera manuale, automatica o semiautomatica. L’etichettatura manuale dei dati implica che un operatore umano, o un gruppo di operatori, classifica e assegna le “etichette” o “classi” ai dati da utilizzare per l’addestramento dell’algoritmo.

L’etichettatura automatica, al contrario, è un processo guidato da algoritmi dove gli strumenti di AI classificano e assegnano le etichette ai dati in maniera autonoma, basandosi su criteri preimpostati.

Infine, l’etichettatura semiautomatica combina entrambi i metodi precedenti, utilizzando gli strumenti di AI per effettuare un pre-processing dei dati, ma richiedendo poi un controllo umano per la verifica e l’approvazione finale delle etichette assegnate.

Requisiti

Chi svolge queste mansioni dovrebbe avere una buona conoscenza di informatica, programmazione e logiche IA. Inoltre, dovrebbe avere capacità di analisi e sintesi, attenzione ai dettagli e ottime capacità di problem solving. In molti casi, si richiede una laurea in discipline tecniche/scientifiche, come informatica, ingegneria, statistica, matematica, fisica, o esperienza lavorativa equivalente nel campo dell’AI.

Le professioni legate all’etichettatura dei dati interagiscono con molti altri ruoli nel campo dell’IA e del machine learning, come data scientist, sviluppatori di IA, analisti di dati, ecc.

Pulizia dati (Data cleaning)

I dati di addestramento per l’AI sono spesso raccolti da svariate fonti e possono contenere molti errori, incongruenze o duplicazioni. Gli addetti alla pulizia dei dati si occupano di correggere questi problemi per migliorare la qualità dei dati utilizzati nel modello AI.

Le operazioni specifiche che gli addetti alla pulizia dati compiono includono:

  • Rilevamento e correzione degli errori nei dati
  • Rimuovere i duplicati
  • Standardizzare e normalizzare i dati
  • Gestire i valori mancanti
  • Verificare la coerenza e la pertinenza dei dati

La pulizia dei dati per l’AI richiede una stretta collaborazione con i data scientist, gli ingegneri dei dati e gli analisti di business per capire al meglio quali dati sono necessari e come vengono utilizzati.

Requisiti

Conoscenza della matematica e della statistica
Competenze in programmazione e nelle tecniche di manipolazione dei dati
Esperienza con linguaggi di programmazione come Python o R
Familiarità con gli strumenti di analisi dei dati come SQL e Excel.

Verifica di qualità dei risultati dell’AI (auditor)

L’auditor della verifica di qualità dei risultati dell’AI è responsabile per garantire l’integrità e la qualità delle operazioni di intelligenza artificiale (AI) all’interno di un’organizzazione. Questo ruolo è cruciale, poiché confronta i risultati prodotti dai sistemi di AI con standard definiti per assicurare che i risultati siano accurati, affidabili, etici e non pregiudichino la privacy degli utenti.

Gli auditor della verifica di qualità dell’AI svolgono una serie di attività, tra cui:

  1. Realizzare un controllo incrociato dei dati utilizzati da un sistema AI per verificare la loro qualità e integrità.
  2. Monitorare costantemente i modelli di apprendimento automatico per assicurarsi che funzionino come previsto.
  3. Valutare se i sistemi di AI sono eticamente e legalmente corretti.
  4. Preparare report dettagliati sull’integrità e l’affidabilità dei sistemi di AI, da presentare alla direzione aziendale.
  5. Collaborare con gli sviluppatori di AI per individuare e correggere eventuali problemi o deviazioni rispetto ai risultati attesi.

Si tratta di un ruolo che richiede un forte background in intelligenza artificiale, insieme a competenze in programmazione e analisi statistica. Gli auditor della verifica di qualità dell’AI dovrebbero anche avere una buona conoscenza delle leggi e dei regolamenti che governano l’uso dell’AI, oltre a una solida comprensione etica.

Inoltre, interagiscono con una serie di altre professioni – dagli ingegneri del software, agli sviluppatori di AI, ai dati scientist e ai responsabili delle policy aziendali – per garantire che i sistemi di AI rispettino le aspettative di qualità, legalità ed etica.

Requisiti

Per quanto riguarda i requisiti, questo ruolo richiede solitamente una laurea in informatica, ingegneria o in un campo correlato. Una buona comprensione dell’AI e del machine learning, delle competenze di programmazione, delle conoscenze statistiche e analitiche sono essenziali. Esperienza nel settore dell’audit o della conformità può essere anche utile.

Creazione e implementazione di chatbot per le aziende

Le attività associate a questo lavoro includono l’identificazione delle esigenze del cliente, la definizione del progetto, la scelta della piattaforma di sviluppo, la programmazione del chatbot, l’integrazione del chatbot con altre piattaforme (come siti web o social media), il test del chatbot per assicurarsi che funzioni come previsto e la manutenzione e l’aggiornamento continuo del chatbot.

Questi professionisti devono lavorare a stretto contatto con altri dipartimenti dell’azienda, come il marketing e il servizio clienti, per assicurarsi che il chatbot risponda alle esigenze dell’azienda. Potrebbero anche interagire con i clienti per capire meglio come stanno usando il chatbot e come può essere migliorato.

Requisiti

I requisiti per questa professione includono solitamente un diploma in un campo pertinente, come l’informatica o l’ingegneria del software, e una forte conoscenza della programmazione. È anche utile avere una comprensione di come funzionano gli algoritmi di apprendimento automatico, poiché molti chatbot usano queste tecniche per migliorare le proprie risposte nel tempo.

Infine, questo lavoro richiede ottime capacità di problem solving e di comunicazione, dato che bisogna essere in grado di capire le esigenze del cliente e tradurle in un prodotto funzionante.

Per esempio il servizio “Watson Assistant” di IBM offre l’implementazione di chatbot per aziende.
Sul blog di Chatbots Magazine trovi una serie di articoli ed esempi pratici su vari aspetti della creazione e gestione dei chatbot.

Creazione di piattaforme per la formazione che impiegano l’AI

Spesso i creatori di queste piattaforme collaborano con professionisti dell’educazione, designer di interfaccia utente, esperti di cybersecurity per garantire la sicurezza dei dati personali e dell’apprendimento, oltre che con gestori del prodotto per definire la roadmap della piattaforma e capire quali nuove caratteristiche implementare.

Requisiti
I requisiti per svolgere questa professione comprendono:

  1. Una laurea in informatica, ingegneria informatica o un campo correlato.
  2. Una profonda conoscenza dell’IA e delle relative tecnologie, come l’apprendimento automatico e il deep learning.
  3. Competenze di programmazione in linguaggi come Python e Java.
  4. Esperienza pratica nella creazione e manutenzione di piattaforme digitali, preferibilmente nel settore dell’educazione.
  5. Una buona comprensione delle teorie e delle pratiche di apprendimento e formazione.

Consulente per le questioni etiche e legali collegate all’AI

Questo professionista aiuta le organizzazioni a navigare nell’ambiente normativo, etico e di governance in continua evoluzione legato all’AI.

Le principali responsabilità di un consulente per le questioni etiche e legali includono:

  1. Fornire consulenza giuridica e etica: Questo implica la comprensione delle normative esistenti, la previsione di possibili cambiamenti nella legge e l’interpretazione dei criteri etici che potrebbero avere un impatto sull’uso dell’AI.
  2. Il consulente collabora con i leader dell’organizzazione per sviluppare e implementare politiche e procedure che guidino l’uso responsabile dell’AI.
  3. Gestire i rischi: Il consulente identifica e gestisce i rischi associati all’uso dell’AI, tra cui quelli legali, reputazionali, operativi e finanziari.
  4. Educazione e formazione: Il consulente fornisce formazione al personale dell’organizzazione sulle leggi, i regolamenti e le questioni etiche relative all’AI.
  5. Collaborare con vari dipartimenti: Un consulente per le questioni etiche e legali dell’AI lavora a stretto contatto con vari dipartimenti, come quelli IT, legali, di compliance e degli affari esterni, per garantire un approccio olistico alla governance dell’AI.

Requisiti


Per diventare un consulente per le questioni etiche e legali collegati all’AI, è necessario avere una solida formazione in legge, preferibilmente con un focus su tecnologia e diritto dell’Internet. Un background in filosofia, etica o un campo correlato può essere molto utile. È inoltre importante avere una comprensione del funzionamento dell’AI e dei suoi impatti potenziali sulla società e sui singoli.

È essenziale essere aggiornato sugli ultimi sviluppi nel campo dell’Intelligenza Artificiale e avere un’ottima comprensione delle le implicazioni legali ed etiche di queste tecnologie. Inoltre, devi avere forti capacità di comunicazione, abilità di problem solving e capacità di pensiero critico.

Progettazione di sistemi di intelligenza ambientale

La progettazione di sistemi di intelligenza ambientale consiste nell’integrare diverse tecnologie di sensori, reti di comunicazione e sistemi informatici per creare un “intelligenza” che possa monitorare, gestire e ottimizzare l’ambiente in cui viene implementata. Questi sistemi sono impiegati in vari settori come la domotica, l’agricoltura di precisione, la gestione dell’energia, l’assistenza sanitaria a distanza e molti altri.

Questi professionisti possono lavorare in stretta collaborazione con ingegneri di sistemi, designer di interfacce utente, esperti in big data, professionisti della sicurezza informatica, tra gli altri.

Requisiti

I requisiti per questa professione possono variare a seconda della specificità dell’ambiente di lavoro e delle responsabilità del ruolo. Tuttavia, generalmente, si richiede un diploma di laurea in ingegneria informatica, elettronica, telecomunicazioni o in un campo correlato. Spesso sono richieste competenze in programmazione, big data, reti di sensori wireless, apprendimento automatico e intelligenza artificiale.

Una fonte autorevole in questo campo è l’Istituto di Elettronica e di Ingegneria dell’Informazione e delle Telecomunicazioni (IEIIT), un istituto del Consiglio Nazionale delle Ricerche d’Italia (CNR) che si occupa di intelligenza ambientale tra le varie aree di ricerca. Sul loro sito web si possono trovare molte informazioni sui vari progetti e pubblicazioni in questo campo.

Gestione delle esperienze virtuali (realtà aumentata e virtuale) con l’AI

Gli specialisti in questo campo sono incaricati di sviluppare, mantenere e perfezionare ambienti digitali immersivi per vari usi, come ad esempio giochi, formazione, design di prodotti o terapia virtuale.

Gli addetti a queste mansioni lavorano spesso a stretto contatto con un team di sviluppatori di software, progettisti grafici e progettisti UX/UI. Devono programmare e progettare interazioni con l’ utente intelligenti per ottenere un’esperienza soddisfacente e realistica con gli ambienti virtuali e ampliati. Devono inoltre garantire la compatibilità dei dispositivi, sviluppare prototipi e modelli, e monitorare e risolvere qualsiasi problema tecnico.

Requisiti
Le competenze richieste per essere un esperto di gestione delle esperienze virtuali con l’AI includono:

  • Conoscenze di realtà virtuale, aumentata e mista
  • Solide competenze di programmazione, incluse le competenze con i linguaggi di scripting come Python o C++
  • Esperienza con software di sviluppo di realtà virtuale come Unity o Unreal Engine
  • Conoscenza dei principi del design dell’interazione e dell’esperienza utente
  • Competenze di intelligenza artificiale, con una particolare enfasi sulla machine learning e sull’elaborazione del linguaggio naturale
  • Capacità di risolvere problemi complessi e pensiero critico
  • Competenze di comunicazione e collaborazione per lavorare in un team multidisciplinare

Organizzazioni come la Virtual Reality Society forniscono una vasta gamma di risorse e informazioni sulla realtà virtuale e le relative professioni.

Realizzazione di sistemi di sintesi e riconoscimento vocale e ottico

Il professionista in questa area lavora alla progettazione, realizzazione e manutenzione di sistemi software capaci di riconoscere e interpretare le parole e suoni umani (riconoscimento vocale), nonché di interpretare testi scritti (riconoscimento ottico dei caratteri). Questi sistemi sono utilizzati in vari settori come l’automazione domestica, l’assistenza clienti, le tecnologie per l’apprendimento, le app di traduzione e molti altri.

Requisiti

I requisiti per esercitare questa professione comprendono una formazione in campo informatico, preferibilmente un diploma di laurea in informatica, ingegneria informatica o in un campo correlato. È importante avere una buona conoscenza dei linguaggi di programmazione (ad es. Python, Java), così come delle tecniche di apprendimento automatico, intelligenza artificiale e elaborazione del linguaggio naturale. Molto rilevante è anche la capacità di risolvere problemi e un approccio analitico al lavoro.

Analista di dati educativi

Un analista di dati educativi è un professionista che lavora nel settore dell’istruzione, utilizzando vari strumenti e metodologie per analizzare, interpretare e utilizzare dati provenienti da contesti educativi. Le attività possono includere la raccolta di dati, la gestione e il monitoraggio dei database, la creazione di report di analisi, la prevedibilità del rendimento degli studenti e l’identificazione di tendenze e pattern nei dati.

Questi analisti possono lavorare a stretto contatto con insegnanti, amministratori scolastici, consulenti e altri professionisti per aiutare a sviluppare strategie che migliorino il rendimento degli studenti. Inoltre, possono usare i dati per dare una valutazione neutrale delle pratiche pedagogiche, identificare le disuguaglianze e contribuire a indirizzare le risorse nelle aree più critiche.

Requisiti
I requisiti per diventare un analista di dati educativi variano, ma potrebbero comprendere:

  • Una laurea in scienze statistiche, informatica, economia, istruzione o in un campo affine. Alcuni datori di lavoro potrebbero richiedere un Master.
  • Abilità nelle scienze matematiche, comprese le statistiche.
  • Conoscenza di software statistici (come SPSS, SAS) e di database.
  • Ostrezza nell’interpretazione di dati complessi e nella presentazione di risultati in modo comprensibile.
  • Esperienza nel settore dell’istruzione può essere un vantaggio.

Creatore di giochi educativi con l’AI

Un creatore di giochi educativi con l’AI è un professionista che si occupa di sviluppare software o applicazioni ludiche con finalità educative, utilizzando l’intelligenza artificiale. Le attività associate a questa mansione spaziano dalla progettazione del gioco, alla programmazione, fino alla verifica del funzionamento dell’AI. Questo professionista lavora spesso in collaborazione con esperti di intelligenza artificiale, game designer, educatori e psicologi per progettare ed implementare giochi che non solo siano divertenti, ma che siano anche in grado di supportare l’apprendimento in vari ambiti, come la matematica, la lettura o la scienza.

L’AI, o intelligenza artificiale, viene utilizzata in questi giochi per adattare il livello di difficoltà e il contenuto in base alle capacità e ai progressi dell’utente, per fornire feedback personalizzati, o per simulare situazioni reali che favoriscano l’apprendimento. Ad esempio, un gioco educativo con AI può avere un sistema di intelligenza artificiale che monitora quanto bene un bambino sta rispondendo alle domande di matematica, e poi adatta le domande successive in base a quanto l’utente sta apprendendo.

Requisiti
Per svolgere questa professione sono richieste diverse competenze:

  1. Competenze in programmazione: la programmazione è alla base della creazione dei giochi. Linguaggi comuni includono Python, C++, Java e altri.
  2. Conoscenza dell’intelligenza artificiale: per implementare AI in un gioco, è necessario avere una comprensione solida dei principi e delle tecniche dell’intelligenza artificiale.
  3. Competenze in design di giochi: per creare giochi che siano allo stesso tempo educativi e divertenti, è importante capire come progettare un buon gioco.
  4. Conoscenze in pedagogia: per creare giochi educativi, è utile avere una comprensione di come le persone apprendono.

Infine, c’è spesso la necessità di avere una laurea correlata, come informatica, game design, educazione o psicologia, anche se l’esperienza di lavoro pertinente può essere altrettanto importante.

Formatore AI

L’istruttore che si occupa della formazione sull’AI è un professionista che svolge attività didattiche ed educative rivolte a individui, gruppi o organizzazioni, al fine di insegnare a sfruttare al meglio le capacità dell’IA. Questo può includere la formazione su temi come il machine learning, il deep learning, l’apprendimento rinforzato, la visione artificiale, la linguistica computazionale e altre relative aree. Questo professionista deve aggiornarsi costantemente sulle ultime ricerche e sviluppi in campo IA.

In termini di rapporto con altre professioni, l’istruttore per la formazione con AI collabora spesso con altri educatori, ricercatori nell’ambito dell’IA, oltre che professionisti di settori specifici in cui l’IA può essere applicata (come gli ingegneri del software o i professionisti del marketing).

Requisiti

Per diventare un istruttore per la formazione con AI, il candidato deve possedere competenze tecniche avanzate in materia di intelligenza artificiale, idealmente supportate da una laurea in computer science, ingegneria informatica o campo affini. È anche richiesto un forte background in didattica o formazione e buone competenze nella comunicazione e presentazione. Inoltre, come in molti campi dell’alta tecnologia, la formazione continua o l’autodidattica possono essere fondamentali a causa dell’evoluzione costante dell’ambito.

Le università con programmi in AI, come Stanford o MIT, possono offrire risorse per chi si vuole cimentare nella formazione. Ecco la pagina dei corsi del MIT disponibili online

Esperto di accessibilità AI

Un esperto di accessibilità AI è un professionista che si occupa di rendere i prodotti di intelligenza artificiale accessibili a tutti gli utenti, inclusi quelli con disabilità. Le sue attività principali includono l’analisi dei requisiti di accessibilità, la progettazione di soluzioni per rendere l’intelligenza artificiale accessibile, l’implementazione di queste soluzioni, i test per verificare la corretta accessibilità e la formazione di altri membri del team sull’importanza dell’accessibilità.

Questi esperti devono collaborare strettamente con designer, sviluppatori, product manager e altri membri del team di sviluppo per garantire che sia rispettata l’accessibilità in ogni fase del processo di sviluppo. Inoltre, potrebbero essere coinvolti nel dialogo con clienti, gruppi di interesse e organizzazioni per difendere i diritti degli utenti con disabilità e promuovere le pratiche di accessibilità.

Requisiti

Per diventare un esperto in accessibilità AI, è necessario avere una formazione in intelligenza artificiale, informatica o un campo collegato. La conoscenza delle leggi e delle linee guida sull’accessibilità, come le Web Content Accessibility Guidelines (WCAG), è molto importante. Inoltre, esperienza pratica con gli strumenti e le tecniche di accessibilità, come i lettori di schermo, è fondamentale.

Le competenze richieste per svolgere queste mansioni includono la capacità di analizzare problemi complessi, la creatività nel trovare soluzioni innovative, la capacità di lavorare in team, le ottime capacità comunicative e infine una buona conoscenza della lingua inglese (considerata la lingua franca nel campo della tecnologia).

Divulgatore sull’AI

Le attività associate a questa professione possono includere la scrittura di articoli e blog, la conduzione di webinar e di presentazioni, il partecipare a conferenze e workshop, l’interazione con i media e i giornalisti, la creazione di materiale didattico, l’organizzazione di eventi pubblici ed educativi, e il sostenere attività di lobby o di advocacy su questioni legate all’intelligenza artificiale.

Il divulgatore sull’AI lavora spesso in stretto contatto con esperti di intelligenza artificiale, insegnanti, giornalisti, policy maker, e altri attori della società civile. Può lavorare per università, istituti di ricerca, associazioni professionali o di categoria, enti pubblici, aziende del settore tecnologico, e organizzazioni non governative.

Requisiti

Per svolgere questa professione sono necessarie profonde conoscenze nell’ambito dell’intelligenza artificiale, ottenute attraverso studi universitari o esperienze lavorative rilevanti, e ottime capacità di comunicazione. Accanto a questo, sono utili competenze di didattica, di scrittura, di presentazione, di utilizzo dei media social, di marketing e PR, di gestione degli eventi e delle relazioni con i media.

Consulente per l’interfacciamento con l’AI

Le attività associate a questa professione comprendono la progettazione, l’implementazione, il test e la manutenzione delle interfacce per le applicazioni basate sull’intelligenza artificiale.

Nel dettaglio, un consulente AI potrebbe lavorare a stretto contatto con gli sviluppatori di software per creare interfacce utente intuitive e efficaci per le applicazioni AI. Potrebbe anche svolgere ricerche per capire come gli utenti interagiscono con le funzionalità AI e lavorare per migliorare l’esperienza dell’utente. Inoltre, il consulente potrebbe essere responsabile dell’addestramento degli utenti su come utilizzare con efficacia le funzionalità AI.

Requisiti

I requisiti per svolgere la professione di consulente per l’interfacciamento con l’AI includono una formazione in informatica o in un campo correlato e una solida comprensione degli algoritmi e delle tecniche di apprendimento automatico utilizzati nell’intelligenza artificiale. È probabile che siano necessarie, inoltre, competenze nella progettazione di interfacce utente, nella conduzione di ricerche sull’utente e nella formazione degli utenti. Anche le capacità di comunicazione e di problem solving sono importanti, visto il coinvolgimento frequente con vari team all’interno dell’organizzazione e con gli utenti finali.

Responsabile dell’innovazione AI in azienda o Consulente di trasformazione digitale

Il Responsabile dell’innovazione AI in azienda o Consulente di trasformazione digitale è il professionista che si occupa di guidare l’azienda nell’adattamento e nell’integrazione di nuove tecnologie digitali nei propri processi operativi, produttivi e di business.

Le attività tipicamente associate a questa mansione includono:

  • Valutazione delle opportunità e dei rischi associati all’impiego di tecnologie digitali e IA
  • Pianificazione dell’implementazione delle tecnologie digitali e di IA, in linea con gli obiettivi dell’azienda
  • Coordinamento di squadre multidisciplinari di esperti IT, data scientist, project manager ecc
  • Supervisione dello sviluppo e del testing delle applicazioni di AI
  • Fornire formazione e supporto su nuovi strumenti e tecniche digitali al personale
  • Mantenere una conoscenza aggiornata delle ultime tendenze in materia di digitalizzazione e IA.

Requisiti

Per svolgere questa professione è richiesta una formazione di livello alto in informatica, ingegneria informatica o discipline simili, spesso a livello di laurea magistrale. È inoltre richiesta una solida esperienza lavorativa nel campo dell’IT e della digitalizzazione, nonché conoscenze specifiche di IA, machine learning, big data e simili. Importanti sono anche le soft skills come capacità di leadership, di problem solving e di comunicazione efficace.

Trainer di robot

Un trainer di robot è una figura professionale che si occupa della programmazione, impostazione, addestramento e manutenzione dei robot utilizzati in vari settori, come ad esempio l’industria manifatturiera, la salute, l’intrattenimento, l’istruzione, ecc. Questi professionisti addestrano i robot per eseguire compiti specifici, che possono variare in base alle esigenze dell’organizzazione per cui lavorano.

Le attività principali del trainer di robot comprendono la configurazione e la programmazione dei robot per farli operare in modo efficiente, l’addestramento dei robot per eseguire compiti specifici, il monitoraggio delle prestazioni dei robot e l’apportamento di modifiche o aggiustamenti per migliorare l’efficienza e l’efficacia. Lavorano a stretto contatto con ingegneri e tecnici di varie discipline e solitamente necessitano di avere una buona comprensione dei principi di ingegneria, dell’informatica e delle tecnologie relative ai robot.

Requisiti

Per diventare un trainer di robot, normalmente è necessario avere un diploma di laurea in una disciplina pertinente come l’ingegneria robotica, l’ingegneria meccanica, l’informatica o una disciplina correlata. Inoltre, è utile avere esperienza con la programmazione dei robot e una buona conoscenza del funzionamento delle macchine.

Sono inoltre necessarie forti competenze comunicative e interpersonali, poiché queste persone spesso devono lavorare come parte di un team e potrebbero essere chiamate a formare altri membri del personale su come utilizzare o interagire con i robot.

Integrazione dell’AI nella psicoterapia

Le attività associate a questa mansione comprendono:

  1. Progettazione e sviluppo di strumenti di AI: Gli specialisti in questa area devono essere in grado di progettare, sviluppare e implementare strumenti AI che possono essere utilizzati nel contesto della psicoterapia. Questi possono includere chatbot di counseling, sistemi di rilevamento e analisi del linguaggio, app di meditazione supportate da AI, e cosí via.
  2. Collaborazione con professionisti della salute mentale: Questi specialisti devono lavorare a stretto contatto con psicologi, consulenti, psichiatri e altri professionisti della salute mentale per assicurarsi che gli strumenti AI siano sviluppati e utilizzati in modo che soddisfino le esigenze dei pazienti e dei terapeuti.
  3. Formazione e supporto: Un’altra componente importante di questo lavoro è l’offerta di formazione e supporto sia ai professionisti della salute mentale che stanno usando gli strumenti AI, sia ai clienti/pazienti. Questo potrebbe includere l’istruzione su come utilizzare un’app di meditazione supportata da AI, come interagire con un chatbot di counseling, etc.
  4. Ricerca e valutazione: Infine, questi specialisti svolgono un ruolo importante in termini di ricerca e valutazione, aiutando a monitorare l’efficacia degli strumenti AI nella psicoterapia e a modificare e migliorare questi strumenti in base ai risultati della ricerca.

Requisiti

Per svolgere queste attività, i requisiti possono variare a seconda dell’organizzazione o dell’ambito specifico di lavoro, ma generalmente includono una formazione accademica in informatica, AI o un campo correlato, così come un’esperienza o formazione in psicoterapia o un campo correlato alla salute mentale.

Architetto di sistemi di intelligenza collettiva che combina AI e intelligenza umana

Si tratta di un professionista specializzato nella progettazione e implementazione di sistemi che uniscono la capacità di apprendimento automatico delle macchine (AI) con le capacità umane di ragionamento, creatività e giudizio complessivo. Le attività svolte da questo professionista includono la progettazione di architetture di sistema per l’implementazione di soluzioni AI, la programmazione e il tuning di algoritmi di apprendimento automatico, la creazione di interfacce utente e sistemi che permettano un efficace interazione uomo-macchina, e la valutazione e il miglioramento continuo delle performance del sistema.

Questi architetti lavorano a stretto contatto con altri professionisti nel campo dell’AI, come i data scientist, i programmatori, gli ingegneri del software, e gli esperti di user experience. Inoltre, essi dovrebbero collaborare con i decision maker e gli utenti finali del sistema per assicurarsi che le soluzioni AI proposte rispondano ai problemi pratici e ai bisogni degli utenti.

Requisiti

Per svolgere questa professione, sono richiesti vari requisiti. Sul fronte dell’istruzione, è generalmente richiesto un titolo di laurea in informatica, ingegneria informatica o campi correlati, ma potrebbe essere richiesto anche un master o un dottorato in aree specifiche dell’AI. E’ necessaria un’ampia esperienza con linguaggi di programmazione come Python o Java, e con le librerie di apprendimento automatico come TensorFlow o PyTorch. Oltre a ciò, è essenziale avere solide competenze in matematica, in particolare in statistica e algebra lineare. Infine, è importante avere ottime abilità di problem solving, una buona comprensione delle questioni etiche relative all’uso dell’AI, e la capacità di lavorare in squadra e comunicare efficacemente con persone di diversi sfondi professionali e culturali.

Esperto di AI per la produzione di arte e letteratura digitale

Un esperto di AI (Intelligenza Artificiale) per la produzione di arte e letteratura digitale è un professionista che utilizza il potenziale dell’intelligenza artificiale per svolgere attività creative nel campo dell’arte e della letteratura.

I compiti principali possono consistere nel progettare e allenare algoritmi; usare tecniche come elaborazione del linguaggio naturale, apprendimento automatico, riconoscimento dei modelli e algoritmi genetici per generare opere di arte e letteratura; analizzare dati per comprendere i trend del settore; collaborare con artisti e scrittori per aiutarli a capitalizzare sulla tecnologia AI; e supervisionare la produzione di arte e contenuti letterari creati con AI.

Questo professionista si rapporta strettamente con programmatori, data scientist, artisti, scrittori, editori e professionisti del marketing. Deve essere in grado di interpretare i bisogni degli artisti e convertirli in capacità tecniche, lavorare insieme ai data scientist per raccogliere e analizzare i dati, e collaborare con scrittori e editori per identificare le tendenze emergenti nel settore.

Requisiti

Per svolgere questo ruolo, sono necessari sia una competenza tecnica che una conoscenza del mondo dell’arte e della letteratura. I requisiti possono includere un diploma in informatica, intelligenza artificiale o un campo correlato; esperienza con l’apprendimento automatico, elaborazione del linguaggio naturale e altri aspetti dell’AI; una comprensione della teoria dell’arte e della letteratura; e capacità di programmazione in linguaggi come Python o Java.

Consulente di strategie di marketing digitale basato sull’AI

Le mansioni di questo professionista possono includere l’utilizzo di algoritmi per analizzare i dati dei clienti e prevedere i comportamenti futuri, l’utilizzo di chatbot per migliorare l’assistenza clienti, o l’uso di piattaforme di pubblicità programmatica per ottimizzare l’acquisto di media digitali.

Queste attività possono avere un’ampia varietà, tuttavia di solito includono:

  • Raccolta ed analisi di dati per informare le decisioni strategiche di marketing
  • Implementazione e gestione di chatbot o altre tecnologie basate sull’AI
  • Collaborazione con i team di prodotto e sviluppo software per implementare strategie di marketing mirate
  • Monitoraggio e ottimizzazione delle campagne di marketing digitale in tempo reale utilizzando AI
  • Formulazione di raccomandazioni basate sui dati per migliorare le performance di marketing.

Requisiti

Per quanto riguarda le competenze richieste, un consulente di strategie di marketing digitale basato sull’AI normalmente avrebbe bisogno:

  • Vasta esperienza nel marketing digitale
  • Competenze tecniche nel campo dell’Intelligenza Artificiale
  • Competenze di analisi avanzate dei dati
  • Una forte comprensione del comportamento dei consumatori online
  • Competenze di progettazione e implementazione di campagne
  • Familiarità con le piattaforme di pubblicità digitale e programmatica.
  • Eccellenti capacità comunicative e collaborative, poiché dovranno lavorare a stretto contatto con vari team all’interno dell’organizzazione.

e le attività tradizionali?

Potrebbero dare un colpo di coda alcune attività tradizionali e prettamente umane in parte a causa di alcuni effetti collaterali dell’AI o per il semplice fatto che l’AI potrebbe rendere più “scarsi” e quindi apprezzabili sul mercato certi prodotti e servizi.

Attività non direttamente coinvolte nella progettazione dell’AI ma che potranno avvantaggiarsi grazie ad essa.

Consulenza psicologica e coaching: In un mondo sempre più automatizzato, i servizi di supporto emotivo e personale umano potrebbero diventare sempre più richiesti.

Education e formazione: Come ho già accennato, la formazione e la riqualificazione diventeranno fondamentali in un mercato del lavoro in continua evoluzione. Istruttori, coach e educatori potrebbero quindi avere un ruolo centrale.

Artigianato: In un mondo dominato dall’automazione, i prodotti fatti a mano potrebbero acquisire un valore aggiunto. La domanda per mestieri tradizionali come falegnameria, ceramica, sartoria potrebbe quindi aumentare.

Un ritorno al passato? Scenari ipotetici nel breve periodo

Difficilmente il processo storico in corso s’invertirà. L’introduzione dell’AI nel sistema produttivo lo sta segnando profondamente e indelebilmente, ma possiamo comunque azzardare alcuni possibili scenari nei quali a seguito di gravi errori che potrebbero essere commessi da aziende sospinte da ambiziosi obiettivi di profitto con la complicità di ritardi legislativi, potrebbe accadere che alcune persone siano scoraggiate ad utilizzare l’AI (per esempio a seguito di gravi violazioni della privacy, problemi con il copyright, gravi incidenti, etc). Simili circostanze si crearono agli esordi di internet quando molte aziende telefoniche senza scrupoli truffarono gli utenti approfittando della disattenzione del Legislatore in fatto di tariffazione a valore aggiunto. Diversi utenti smisero di navigare online per un bel po’ di tempo per timore di incappare nuovamente in tali frodi. Ciò non impedì al web di crescere nel lungo periodo, ma inizialmente ne rallentò un po’ la diffusione. Contribuì notevolmente a questo rallentamento anche una connettività precaria. Spesso una tecnologia di per sè ottima non cresce subito a causa del fatto che non è accompagnata da tutte le condizioni necessarie per farlo. Tra queste c’è anche una corretta regolamentazione preventiva.

Un altro aspetto che va tenuto in considerazione è legato alle enormi aspettative che le persone e le aziende nutrono nei riguardi di ciò che l’AI potrà fare per loro. Se alcune di queste aspettative verranno deluse potrà esserci un breve ritorno al passato. Per esempio se tutte le aziende indipendentemente dal budget correranno per implementare sistemi di interfacciamento artificiale come i chatbot, senza però badare alla qualità del prodotto, produrranno esperienze altamente negative ai clienti che a quel punto potrebbero apprezzare il ritorno di una voce realmente umana che gli affianchi nel momento critico del bisogno. In questo ipotetico scenario le aziende che sapranno offrire un servizio umano di alta qualità potranno risultare competitive rispetto alle aziende che imporranno chatbot scadenti. L’AI, in questo caso, può diventare un incentivo per le aziende a fare meglio anche per soddisfare la richiesta di prestazioni prettamente umane.