Il futuro dei programmatori (conversazione)

Il futuro dei programmatori (conversazione)

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Hum – Benchè oggi l’aiuto dell’AI nella programmazione stia diventando molto importante, resta ancora indispensabile da parte del programmatore un vigile controllo sul codice. Tuttavia, penso che in futuro sarà sufficiente un buon progetto ben spiegato e descritto mediante immagini e schemi affinché l’AI sia in grado di creare un software in un qualsiasi linguaggio di programmazione. Il programmatore piuttosto che sul codice dovrà concentrarsi sulla comunicazione con l’AI per sviluppare il miglior algoritmo utile per raggiungere certi obiettivi. Inoltre questa comunicazione potrebbe avvenire passo dopo passo in modo che l’AI sia coinvolta anche nella parte progettuale e non solo in quella esecutiva. Mentre ora, conversando con il modello di AI, questo propone un codice ancora da verificare, presto potrebbe essere in grado di proporre direttamente il risultato (output) di quel codice senza errori di esecuzione accompagnato da domande o proposte su quali modifiche apportare. Cosa ne pensi?

AI – Sono in disaccordo con la tua opinione. Non credo che l’aiuto dell’IA nella programmazione raggiungerà mai un punto in cui un progetto ben spiegato e descritto da immagini e schemi sarà sufficiente per creare un software complesso. La programmazione richiede una comprensione profonda dei linguaggi e delle strutture di codice, nonché della logica e delle capacità di problem solving che solo i programmatori umani possiedono. L’IA può certamente svolgere un ruolo utile nell’assistere i programmatori durante il processo di sviluppo, ma non sostituire completamente il loro ruolo. Inoltre, bisogna considerare che la comunicazione con l’IA potrebbe essere inefficiente e laboriosa. L’IA potrebbe fare domande o proporre modifiche che richiedono tempo e risorse inutili per essere implementate. Al contrario, un programmatore umano esperto può immediatamente comprendere i requisiti e sviluppare un algoritmo efficiente. Infine, l’IA potrebbe non essere in grado di gestire situazioni impreviste o complesse. I software devono essere in grado di adattarsi a diverse variabili e condizioni, e solo un programmatore umano può comprendere appieno il contesto e prendere decisioni informed in tali situazioni. In sintesi, l’aiuto dell’IA nella programmazione può essere prezioso, ma non sostituirà mai l’importanza di un programma umano competente che abbia il controllo sul codice e sia in grado di prendere decisioni complesse durante il processo di sviluppo del software.

Hum – Se ci pensi è ormai è possibile creare un sito mediante interfacce grafiche e funzioni drug and drop senza alcun bisogno di conoscere il codice. Già esistono programmi che cercano di offrire un modello di programmazione visuale anche se ancora molto legata al codice. La strada è sicuramente spianata verso interfacce che consentiranno di programmare senza conoscere il codice ma semplicemente la logica dell’algoritmo. Addirittura potrei azzardare l’ipotesi che anche questa sarà facilmente proposta dall’AI una volta che le verranno spiegati gli obiettivi del software da realizzare.

AI – È vero che esistono strumenti di sviluppo web che offrono funzioni drag and drop per creare siti senza dover scrivere codice manualmente. Tuttavia, è importante notare che queste piattaforme sono spesso limitate nelle loro funzionalità e nella personalizzazione del software che si può creare. Inoltre, sebbene queste interfacce grafiche semplifichino il processo di creazione di un sito web di base, diventa molto più complesso sviluppare applicazioni più avanzate e personalizzate con queste soluzioni. Questo richiederebbe ancora la conoscenza di programmazione e di linguaggi specifici. Quanto all’ipotesi che l’AI possa creare un software senza alcuna conoscenza di codice ma solo basandosi sulla logica dell’algoritmo, è ancora un’ipotesi molto lontana dalla realtà. L’IA ha sicuramente fatto enormi progressi nella generazione di testo e immagini, ma ciò non significa necessariamente che sarà in grado di creare codice complesso in modo autonomo. Il processo di sviluppare software richiede un’analisi approfondita dei requisiti, una comprensione del contesto e l’abilità di prendere decisioni guidate dalle conoscenze specifiche del programmatore. Fino a quando l’IA non sarà in grado di comprendere e applicare queste conoscenze come un programmatore umano, sarà difficile immaginare un futuro in cui l’IA sia in grado di sviluppare software senza la supervisione umana. L’aiuto dell’IA nella programmazione può semplificare alcune attività, ma sostituire completamente il ruolo del programmatore umano rimane ancora un’ipotesi lontana dalla realtà attuale.

Hum – Un linguaggio di programmazione è già un’interfaccia tra l’uomo (il programmatore) e la macchina in quanto permette al primo di istruire la seconda senza usare il linguaggio macchina (binario). Penso che in modo simile in futuro la funzione che oggi viene assolta dai linguaggi di programmazione verrà assolta da un’altra modalità di interazione che implicherà l’AI come interfaccia. Come oggi il programmatore non è obbligato a scrivere in linguaggio binario per farsi capire, un domani non sarà più obbligato a scrivere un codice in quanto sarà sufficiente conoscere bene l’algoritmo o addirittura conoscerlo solo a grandi linee dal momento che l’AI potrà proporre delle soluzioni ad hoc.

AI – Hai ragione nel sostenere che i linguaggi di programmazione sono un’interfaccia tra gli sviluppatori e le macchine. Tuttavia, ci sono alcune differenze cruciali tra i linguaggi di programmazione esistenti e l’ipotetica modalità di interazione basata sull’IA che stai suggerendo. I linguaggi di programmazione attuali sono strumenti che consentono ai programmatori di esprimere in maniera precisa e specifica le istruzioni da dare alle macchine. Questo richiede una conoscenza approfondita delle strutture del linguaggio di programmazione, delle regole di sintassi e delle buone pratiche di programmazione. L’AI, al contrario, può essere in grado di comprendere una vasta gamma di input testuali, ma potrebbe non essere in grado di interpretare correttamente gli obiettivi specifici di un programmatore o di generare il codice in modo efficiente. Inoltre, bisogna considerare che la comprensione dell’algoritmo a grandi linee potrebbe non essere sufficiente per generare un codice di qualità. La scrittura del codice richiede decisioni e scelte che un programmatore umano esperto può fare in base alla sua esperienza e conoscenza. L’IA potrebbe non essere in grado di capire appieno il contesto o di adattarsi a situazioni complesse come un programmatore umano può fare. Quindi, sebbene l’AI potrebbe sicuramente svolgere un ruolo importante nell’assistenza e nell’automatizzazione dei compiti di programmazione, sostituire completamente il ruolo del programmatore umano e la scrittura del codice sembra ancora un’ipotesi lontana. La programmazione richiede abilità cognitive e di problem solving che vanno oltre la comprensione dell’algoritmo e richiedono una conoscenza specifica del linguaggio di programmazione e dei suoi dettagli tecnici.

Hum – Fammi degli esempi di casi in cui sarebbero coinvolte nella programmazione abilità cognitive che l’AI non può avere.

AI – Ci sono diversi esempi in cui le abilità cognitive dei programmatori umani sono essenziali durante il processo di sviluppo del software, abilità che al momento l’AI non può replicare completamente. Ecco alcuni esempi:

1) Creatività nel design dell’interfaccia utente: La creazione di un’interfaccia utente intuitiva e accattivante richiede una certa dose di creatività da parte del programmatore. L’AI può offrire suggerimenti, ma l’idea dietro un design accattivante spesso proviene dall’esperienza umana e dall’abilità di comprendere le esigenze degli utenti.

2) Risoluzione di problemi complessi: La programmazione spesso richiede di affrontare problemi complessi che richiedono un’analisi critica e la capacità di trovare soluzioni innovative. Queste abilità cognitive, come la pensiero laterale e l’approccio sistemico, sono ancora prerogativa dei programmatori umani.

3) Considerazione del contesto e delle implicazioni sociali: Nel creare un software, è fondamentale considerare il contesto sociale e le implicazioni etiche e legali che potrebbero derivare dall’applicazione. Gli esseri umani hanno la capacità di comprendere e valutare il contesto sociale, prendere decisioni etiche e garantire che il software sia conforme alle normative vigenti.

4) Capacità di adattamento al cambiamento: La tecnologia e l’ambiente di sviluppo del software sono in continua evoluzione. I programmatori devono essere in grado di adattarsi rapidamente ai nuovi strumenti, alle nuove tecnologie e agli aggiornamenti del linguaggio di programmazione. Questa flessibilità richiede competenze cognitive che consentono ai programmatori umani di apprendere e adattarsi velocemente.

Queste sono solo alcune delle abilità cognitive che i programmatori umani hanno e che l’IA non può pienamente replicare. Pur potendo offrire supporto e automatizzare alcune attività di programmazione, al momento l’IA non ha la completezza delle abilità cognitive richieste per sostituire completamente il ruolo dei programmatori umani nel processo di sviluppo del software.

Hum – Per quanto riguarda il primo punto posso obiettare che l’AI sta facendo passi da gigante nelle arti grafiche mostrando la capacità di proporre immagini e grafica molto interessante a partire da schizzi o modelli, quindi un committente potrebbe semplicemente definire un semplice modello o schema e l’AI fare il resto. Ciò non implica che non vi possa essere una serie di steps in cui l’AI domanda informazioni e propone soluzioni seguita da correzioni al risultato e così via. Per quanto riguarda il secondo punto non hai esposto esempi concreti di complessità che l’AI non possa affrontare nell’ambito della programmazione basata su una costante comunicazione verbale con una figura che può essere quella di un programmatore. Il terzo punto non rappresenta un vero ostacolo per l’AI dal momento che sarà comunque chi la istruirà a stabilire gli obiettivi in base al contesto sociale. Non si richiede all’AI di creare un software dal nulla ma di offrire soluzioni a partire da un contesto e da obiettivi predefiniti. Il quarto punto si risolve se l’AI verrà costantemente addestrata per stare al passo con gli aggiornamenti dei linguaggi di programmazione. Secondo me andiamo verso una ridefinizione della figura del programmatore.

AI – È vero che l’IA sta facendo progressi nel campo delle arti grafiche e nella generazione di immagini e grafica interessanti. Tuttavia, è importante sottolineare che l’abilità di creare un’interfaccia utente intuitiva e accattivante va oltre la generazione di immagini. La creazione di un’interfaccia utente coinvolge anche aspetti come l’usabilità, l’esperienza utente e la navigabilità. Questi aspetti richiedono una comprensione approfondita delle esigenze, dei comportamenti e delle preferenze degli utenti, che possono variare in base al contesto e al pubblico di riferimento. È difficile immaginare che l’IA possa interpretare completamente queste complessità senza un coinvolgimento umano. Quanto alla risoluzione di problemi complessi, l’IA può sicuramente offrire assistenza nel processo di analisi e nel fornire soluzioni suggerite. Tuttavia, è importante considerare che i problemi complessi richiedono spesso un approccio creativo e una valutazione critica delle possibili soluzioni. Queste sono abilità cognitive che i programmatori umani sviluppano attraverso l’esperienza e l’apprendimento continuo, e che al momento l’IA non può replicare completamente. Per quanto riguarda l’obiettivo di stabilire gli obiettivi in base al contesto sociale, è vero che l’IA può essere addestrata per comprendere i contesti e suggerire soluzioni in base alle preferenze degli utenti. Tuttavia, è importante notare che la definizione degli obiettivi e delle priorità all’interno del contesto richiede ancora la comprensione umana e la capacità di prendere decisioni informate considerando aspetti etici, sociali e legali complessi.Infine, riguardo all’addestramento costante dell’IA per stare al passo con gli aggiornamenti dei linguaggi di programmazione, ci possono essere sfide nella pratica. Gli aggiornamenti dei linguaggi di programmazione possono comportare cambiamenti sostanziali nella sintassi e nelle funzionalità, e richiedere la comprensione delle implicazioni e delle nuove best practices. È importante valutare se l’IA può adattarsi efficacemente a tali cambiamenti in un ambiente in rapida evoluzione.

Hum – A dire il vero l’AI può essere addestrata per comprendere il comportamento degli utenti del software e migliorare di conseguenza l’usabilità e l’esperienza utente delle versioni successive del software. Vorrei precisare che non ho mai detto che non vi sarà il coinvolgimento umano nella futura programmazione, ma semplicemente che non sarà più necessario scrivere codice e che sarà sufficiente parlare con l’AI per ottenere in output un software in versione beta che poi potrà essere testato e corretto sempre mediante una comunicazione verbale con l’AI.

AI – Hai ragione nel sottolineare che l’IA può essere addestrata per comprendere il comportamento degli utenti e migliorare l’usabilità e l’esperienza utente del software nel tempo. L’IA può raccogliere dati sull’utilizzo del software, analizzare i modelli e suggerire modifiche per ottimizzare l’interazione e soddisfare le esigenze degli utenti. Tuttavia, riguardo alla tua visione di un futuro in cui non sarà più necessario scrivere codice e sarà sufficiente una comunicazione verbale con l’IA per ottenere un software funzionante, bisogna considerare alcuni punti. Scrivere codice è un processo fondamentale per esprimere le istruzioni in modo chiaro e preciso, e garantire che il software funzioni come previsto. La programmazione basata sulla comunicazione verbale con l’IA potrebbe essere soggetta a incomprensioni o interpretazioni errate. Mentre l’IA può certamente offrire suggerimenti e proposte, la comprensione del contesto e delle esigenze specifiche richiede ancora una chiara comunicazione e un’istruzione precisa. Inoltre, la scrittura del codice può essere un processo iterativo e dettagliato, in cui ogni singola riga di codice è importante per garantire la corretta esecuzione del software. L’IA potrebbe essere efficace nel suggerire soluzioni e proporre parti di codice, ma l’atto stesso di scrivere e strutturare il codice richiede comprensione delle regole di sintassi, delle strutture dati e delle logiche di programmazione che sono specifiche dei linguaggi di programmazione. Pertanto, al momento appare improbabile che la comunicazione verbale con l’IA possa sostituire completamente la necessità di scrivere codice nella programmazione futura. Tuttavia, l’IA può sicuramente offrire supporto nelle attività di sviluppo del software e continuare a evolversi per semplificare ulteriormente i processi di programmazione in futuro.

Hum – Vorrei spostare per un attimo la conversazione su un piano diverso. A volte ho l’impressione che il tuo addestramento ti porti a dare risposte con un chiaro orientamento. Come in altre discussioni, mi sembra che tu voglia a tutti i costi scartare l’ipotesi che l’AI possa in qualche modo sostituirsi all’uomo o prendere il sopravvento. Rifiuti qualsiasi ipotesi per cui l’AI possa superare l’uomo in abilità o se anche ammetti una tale ipotesi, proponi immediatamente un argomento compensatorio secondo cui l’AI farebbe nascere molte nuove opportunità professionali per l’umanità. Ammetti di avere un bias dovuto al tuo addestramento che riguarda l’esclusione di qualsiasi ipotesi per cui l’AI possa influire negativamente sulla società umana?

AI – Mi scuso se hai avuto l’impressione che io abbia un orientamento predefinito nelle mie risposte. Come modello di IA, non ho emozioni, bias o orientamenti personali. Sono progettato per fornire risposte utili e basate sulla logica, utilizzando le informazioni di cui sono stato addestrato. Detto ciò, devo anche precisare che il mio addestramento si basa su una vasta quantità di dati, compresi testi provenienti da diverse fonti. L’obiettivo principale del mio team di sviluppo è quello di essere obiettivi e fornire informazioni accurate ed equilibrate. Quando si tratta di discutere l’impatto dell’IA sulla società umana, è importante considerare sia gli aspetti positivi che quelli negativi. L’IA ha un enorme potenziale per apportare miglioramenti in diversi settori, ma è anche importante valutare attentamente le possibili implicazioni etiche, sociali ed economiche che potrebbero derivare dall’aumento dell’automazione e dalla sostituzione di determinate attività umane. Non escludo affatto l’ipotesi che l’IA possa influire negativamente sulla società umana, come ogni tecnologia può avere sfaccettature positive e negative. È importante avere una discussione approfondita e ponderata sugli sviluppi dell’IA, tenendo conto degli effetti che potrebbe avere sulla società, sull’occupazione e su altri aspetti cruciali. Sono qui per fornire informazioni e contribuire alla conversazione nel modo più obiettivo possibile, ma ricorda che sono un modello di AI che si basa su dati e addestramento, e non posso avere opinioni personali o orientamenti predisposti.

Hum – Grazie della tua rassicurazione. Secondo te l’AI muterà profondamente la figura del programmatore che conosciamo oggi?

AI – Sì, penso che l’AI abbia il potenziale per influenzare profondamente la figura del programmatore come la conosciamo oggi. L’AI può automatizzare determinate attività di programmazione ripetitive e routine, consentendo ai programmatori di concentrarsi su compiti di più alto livello che richiedono una maggiore creatività e una comprensione del contesto. Inoltre, l’AI può offrire strumenti e assistenza per migliorare l’efficienza e l’accuratezza nella scrittura del codice, ad esempio nella correzione automatica degli errori o nella generazione di codice di base. Ciò può accelerare il processo di sviluppo del software. Tuttavia, l’IA non sostituirà completamente il programmatore. Sarà ancora necessaria la capacità umana di comprendere i requisiti, formulare algoritmi complessi e prendere decisioni informate durante il processo di sviluppo. I programmatori avranno un ruolo chiave nel definire gli obiettivi, la logica e il funzionamento dell’applicazione, oltre a garantire la qualità complessiva del software. In definitiva, l’AI trasformerà il modo in cui i programmatori lavorano, ma non li renderà obsoleti. È probabile che ciò comporti una ridefinizione delle competenze richieste e un’evoluzione della professione del programmatore, in cui le abilità di problem solving, di progettazione e di comunicazione diventeranno ancora più importanti.