Efficienza ed equità nello sviluppo dell’intelligenza artificiale e della robotica

Efficienza ed equità nello sviluppo dell’intelligenza artificiale e della robotica

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Molte persone credono che l’introduzione di nuove tecnologie sia la chiave per migliorare l’efficienza economica e aumentare la produttività, tuttavia questa convinzione non sempre è fondata. Secondo la teoria economica di Pareto, l’efficienza non è necessariamente sinonimo di equità, e talvolta l’introduzione di nuove tecnologie può portare a una maggiore disuguaglianza economica in grado di ledere il tessuto sociale e la stessa capacità produttiva delle aziende. In questo articolo esploreremo perché l’efficienza non è l’unico obiettivo economico da perseguire, e perché è importante che le leggi e le politiche siano eque per garantire un equilibrio tra efficienza ed equità. Vedremo, inoltre, come l’equità possa essere raggiunta anche attraverso un sistema economico efficiente, mostrando come questi due concetti non siano necessariamente in conflitto, ma piuttosto complementari e interconnessi.

La teoria di Pareto

La teoria dell’efficienza di Pareto prende il nome dal matematico e filosofo italiano Vilfredo Pareto. Essa afferma che una situazione è efficiente dal punto di vista economico, se non è possibile migliorare la situazione di una persona o un gruppo, senza peggiorare la situazione di un’altra persona o un altro gruppo.

Quando un cambiamento della situazione è Pareto efficiente?

Il cambiamento Pareto efficiente è una modifica delle condizioni esistenti che migliora il benessere di un individuo senza peggiorare il benessere di un altro individuo. In questo caso, il cambiamento sarebbe effettuato in modo tale da garantire che nessuno peggiori la propria posizione.

Ad esempio, immaginiamo una società in cui ci sono due persone, Alice e Bob. Attualmente, Alice ha $ 1000 e Bob $ 500. Se ridistribuiamo la ricchezza in modo che Alice abbia $ 1200 e Bob $ 800, la situazione generale dei due migliorerebbe grazie all’aumento del loro reddito. Questo sarebbe considerato un caso di efficienza di Pareto. Tuttavia, se ridistribuiamo la ricchezza in modo che Alice abbia $ 1200 e Bob diventi una persona senza reddito, questa situazione sarebbe inefficiente dal punto di vista di Pareto.

Se il cambiamento di situazione risulta Pareto efficiente può significare che la situazione di partenza non era Pareto efficiente a meno che non sia mutato anche un contesto più ampio di condizioni. Infatti va tenuto conto che la Pareto efficienza dipende dalle circostanze e dalle informazioni disponibili in quel momento, comprese le preferenze degli individui, i loro redditi, le loro risorse, le tecnologie disponibili, le regole del gioco e altre variabili pertinenti. Se queste condizioni cambiano, anche la Pareto efficienza può essere influenzata. Quindi, la Pareto efficienza non è una caratteristica fissa della situazione, ma dipende dalle variabili che la compongono.

In linea di principio, un cambiamento che soddisfa il criterio dell’efficienza paretiana deve implicare un miglioramento dell’efficienza complessiva del sistema o della situazione di almeno una persona, senza che nessun altro veda peggiorare la sua posizione. Questo significa che il cambiamento deve essere in grado di produrre vantaggi “reali” senza generare svantaggi per alcuno.

Gli obiettivi dell’introduzione di una tecnologia nelle attività produttive

In generale, l’introduzione di una nuova tecnologia nelle attività produttive ha come obiettivo principale l’aumento della produttività e dell’efficienza del lavoro. Ciò significa che le aziende cercano di utilizzare le nuove tecnologie per ridurre i tempi di lavorazione, migliorare la qualità dei prodotti o dei servizi offerti, ridurre i costi di produzione e aumentare la competitività. Comunque, l’utilizzo di nuove tecnologie può anche comportare miglioramenti nelle condizioni di lavoro dei dipendenti, ad esempio attraverso la riduzione delle fatiche fisiche o l’eliminazione di compiti pericolosi per la salute e la sicurezza sul lavoro. Quindi, l’introduzione di una nuova tecnologia può avere obiettivi differenti, ma generalmente il suo utilizzo è finalizzato a migliorare l’efficienza e la produttività, senza però trascurare l’importanza della salute e della sicurezza dei lavoratori.

La torta da spartire

Nel modello capitalista la competizione tra aziende implica essenzialmente cambiamenti non Pareto efficienti perché se un’azienda grazie ad essi ottiene quote di mercato, i suoi concorrenti potrebbero perderle a meno che i cambiamenti non implichino un allargamento dell’intera torta da spartire, il che vorrebbe dire un aumento dei potenziali clienti o dei loro bisogni (maggiore domanda).

L’introduzione di una nuova tecnologia in un’azienda, rendendo più efficiente la produzione, la può lasciare quantitativamente invariata e richiedere per essa meno lavoratori. D’altra parte, può aumentare la produzione e lasciare invariato il numero di lavoratori o può generare una via di mezzo tra queste due alternative o addirittura può accrescere sia la produzione che il numero di lavoratori necessario all’azienda.

Al di là della singola azienda, c’è il settore di attività, nel quale la diffusa introduzione di una tecnologia, in modo simile a quello che avviene per la singola azienda, può comportare una crescita della produzione con conseguente abbattimento dei prezzi di certi beni a favore del mercato oppure può comportare licenziamenti e perdita di posti di lavoro o entrambe le cose.

Una nuova tecnologia può incentivare la creazione di nuovi beni e servizi, alimentare nuova domanda e quindi, la creazione di nuove attività produttive e posti di lavoro.

Queste cose non avvengono simultaneamente ma attraverso cambiamenti generalmente non Pareto efficienti. Per esempio, può accadere che prima di generarsi nuova domanda di beni e servizi avvenga la perdita di numerosi posti di lavoro dovuta alla sostituzione di personale con macchine e software in quanto spesso è più facile e veloce applicare le nuove tecnologie per soddisfare la domanda già presente sul mercato piuttosto che crearne di nuova o adattarle a nuove esigenze che richiedono maggiori informazioni. Inoltre la richiesta di nuovi posti di lavoro potrebbe avvenire in un settore diverso da quello nel quale sono avvenuti i licenziamenti, cosa che migliorerebbe un settore a discapito di un altro.

La redistribuzione

Quanto può durare un periodo di inefficienza? Può questa essere in grado di depauperare un’intera classe sociale? Anche una situazione economicamente Pareto efficiente può risultare iniqua se per esempio una parte guadagna molto e l’altra si impoverisce perché semplicemente le leggi o altre condizioni vincolanti non permettono un’equa redistribuzione delle risorse. Infatti benché ci si possa trovare ad un punto in cui gli operatori economici non siano in grado di migliorare le cose senza che una delle parti subisca un peggioramento (situazione Pareto efficiente), ciò non implica che tale situazione sia equa. I vincoli che rendono impossibile l’equità, possono essere eliminati ad un livello più alto, quello legislativo.

L’obiettivo dell’intelligenza artificiale e della robotica.

Lo sviluppo di queste tecnologie avviene con l’intento di rendere le macchine sempre più simili all’uomo, quindi sembra che non si tratti di tecnologie solo strumentali e integrative rispetto al lavoro umano, ma di tecnologie potenzialmente in grado di sostituirsi ad esso in modo sostanziale. Per comprendere meglio la differenza tra queste tecnologie e quelle precedentemente introdotte, si prenda come esempio il telaio. Esso sostituisce il lavoro di parecchi tessitori ma nessuno ha mai pensato di creare un telaio simile in tutto e per tutto ad un uomo. L’obiettivo di una parte della contemporanea ricerca sull’AI è proprio quello di creare degli umanoidi. I modelli generativi del linguaggio rappresentano un passo avanti notevole in questa direzione. Ciò è confermato dal fatto che fino a poco tempo fa si pensava che le complesse doti linguistiche fossero prerogative umane e che avrebbero fatto la differenza tra l’uomo e la macchina.

Ci si chiede se lo sviluppo tecnologico stia percorrendo la strada che conduce alla creazione di robot umanoidi intelligenti in grado di ridurre drasticamente la domanda di lavoro umano di qualsiasi tipo o comunque nella maggior parte dei settori legati alla domanda prevalente di marcato nei prossimi anni.

Se così fosse, sarebbe necessario porre maggiormente l’obiettivo di tali tecnologie nel miglioramento delle condizioni umane e sociali che si concretizza nell’aumento del tempo libero delle persone, piuttosto che raccontare di come nuovi bisogni e nuovi lavori compenseranno in futuro l’attuale perdita dell’impiego di molte persone e lasciare a se stesso il mercato.

L’AI può essere d’aiuto?

L’AI può aiutare a definire modelli economici quantitativamente consistenti attraverso l’analisi dei dati e l’apprendimento automatico. Gli algoritmi di machine learning possono raccogliere, elaborare e analizzare grandi quantità di dati sulle dinamiche del mercato del lavoro, le competenze richieste per le diverse attività lavorative, le tendenze del mercato e le preferenze dei consumatori.

In questo modo, l’AI può aiutare a fare previsioni sull’impatto dell’AI stessa sul mondo del lavoro nei prossimi anni in diversi settori, sia quelli tradizionali che quelli emergenti. Ad esempio, l’AI può essere utilizzata per analizzare le competenze necessarie per le diverse attività lavorative e per prevedere le future richieste di personale in base alle esigenze del mercato.

Inoltre, l’AI può aiutare a identificare le aree in cui ci sarà un maggiore impatto dell’automazione e della robotizzazione sul lavoro, e a definire strategie per mitigare gli effetti negativi su lavoratori e comunità colpite.

In sintesi, l’AI può aiutare a definire modelli economici quantitativamente consistenti che permettono di fare previsioni sulle conseguenze dell’AI sul mondo del lavoro, aiutando ad adattare le politiche e le strategie in modo da mitigare gli effetti negativi.