Capire noi stessi per comprendere l’intelligenza artificiale. Serve tornare a scuola?

Capire noi stessi per comprendere l’intelligenza artificiale. Serve tornare a scuola?

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Al momento benché l’ intelligenza artificiale sia creata sul modello di quella umana, risulta essere una cosa diversa, né superiore né inferiore in senso assoluto, in quanto i dati da cui attingono le due intelligenze spesso sono per loro natura diversi. Le strutture stesse, benché somiglianti, sono diverse e per tale ragione sono confrontabili solo parzialmente. L’ esatta comprensione di tale diversità può avvenire solo se si analizza la mente umana e il cervello mediante un approccio multidisciplinare e, nel contempo, si studiano i principi su cui si fonda la realizzazione dei modelli di AI.

L’approccio dev’essere prima di natura scientifica, volto alla comprensione di fenomeni e meccanismi che non sono semplificabili oltre un certo grado.

La pigrizia umana nell’affrontare argomenti di natura scientifica basati sulla matematica e la logica potrebbe essere la principale responsabile degli errori di giudizio che si commettono in relazione all’intelligenza artificiale.

Risulta sicuramente più semplice e comodo per la mente affrontare immediatamente certi argomenti mediante un approccio filosofico e umanistico, perché i gradi di libertà sono maggiori, c’è più libertà, sono ammesse molte opinioni ed è più facile ottenere consensi quando si parla usando un linguaggio forbito. Ci si può anche auto-convincere della ragione delle proprie argomentazioni soprattutto quando non c’è ancora modo di provare sperimentalmente il contrario.

Purtroppo spesso dietro alle belle parole si cela una mancanza di comprensione delle cose di cui si parla.

Prima di ragionare sul piano filosofico ed etico bisogna capire come “funziona” la nostra mente e come sono fatti i modelli di AI.

Quali sono le similitudini e le differenze tra una rete neurale naturale e una artificiale?

Quanto la componente corporea di ognuno di noi influisce sui processi cognitivi?

Quanto potrebbe influire un corpo robotico sulla funzionalità dei modelli di AI nel prossimo futuro?

Che cos’è la creatività umana e come si realizza biologicamente? E’ in qualche modo legata a dinamiche di esplorazione casuale simili a quelle che avvengono in certi modelli di AI? Quali sono le differenze?

Ci sono filosofi che sottolineano l’ incolmabile distanza tra il prodotto creativo di un’AI rispetto alla realizzazione artistica umana in ragione dell’importanza da attribuire al processo e all’autore piuttosto che al risultato in sé (Per esempio il filosofo Luciano Floridi) Altri filosofi prospettano l’ idea che anche l’AI possa sviluppare una rappresentazione del sé (Per esempio il filosofo Thomas Metzinger) e quindi una sorta di personalità e consapevolezza.

Ciò che impariamo dal comportamento umano ci fa credere che l’ azione precede quasi sempre la comprensione razionale dell’ambiente in cui agiamo.

Non si smette di mangiare perché non si comprende esattamente il processo della digestione.

È interessante notare come l’ AI sia costruita in modo simile. Il machine learning non mira a determinare le cause degli eventi che intende prevedere, in generale non individua una relazione analiticamente esprimibile mediante una legge.

Un po’ come noi facciamo spesso previsioni sulla base della nostra esperienza piuttosto che sulla vera comprensione delle cause, anche l’ AI prevede e agisce in base all’addestramento sui dati ricevuti e alle loro correlazioni statistiche senza stabilire vere e proprie leggi di dipendenza tra le variabili in gioco.

Questo approccio risulta pratico quando si deve affrontare l’elevata complessità dell’esperienza o dei dati in input per cui sarebbe operativamente impossibile stabilire le esatte relazioni matematiche tra le variabili, come quelle caratterizzanti le leggi fisiche.

Paradossalmente la struttura spiccatamente matematica che sta alla base del machine learning ha la funzione di liberare il modello predittivo in fase di output da rigide relazioni matematiche.

Senza esatte relazioni di causa ed effetto matematicamente esprimibili possiamo affermare di possedere la comprensione degli eventi?

Si tratta di una domanda di natura filosofica che, per essere ben compresa, presuppone la conoscenza di aspetti del metodo scientifico e delle questioni epistemologiche.

In conclusione…

Dalle considerazioni fatte sin qui emerge la complessità della questione che riguarda la mente umana e l’AI.

Probabilmente non saremo in grado di dare risposte a molte delle domande che ci stiamo facendo sull’AI semplicemente perché non abbiamo ancora dato risposte alle fondamentali domande su noi stessi.

Dichiarare che l’AI possa un domani avere coscienza di sé come l’ abbiamo noi è frettoloso, ma lo è anche dichiarare che non si tratta un’ intelligenza tout court o che le sue creazioni non saranno mai artistiche o che l’AI non possa assumere un proprio carattere identitario.

HumAI.it

Alvise Giubelli